Prime Esperienze

io e lei


di skizzoinfoiato
25.09.2017    |    15.519    |    3 9.6
"In un certo senso tanta era la produzione di liquidi , e densi che si, il paragone era molto calzante..."
Ero cresciuta, avevo 18 anni, avevo un ragazzo, ero bella e felice? Non posso che dare tutte risposte affermative, cosa mi prese quel giorno lo ignoro, c'era Annabella, anche lei felicemente fidanzata, si era trasferita a casa mia, per ottimizzare i tempi dello studio, entrambe impegnate con l'esame di ammissione all'università.

A distanza di anni, lo ricordo con uno dei 5 più belli della mia vita, assieme al mio matrimonio e a quello di Annabella ci sposammo lo stesso giorno, nella stessa cerimonia... che esperienza folle, alla nascita dei 3 figli.

A causa dello studio erano settimane che non vedevo Luca, così come Annabella rinunciò a Gianpiero, assorte da quei libri, da quei test, sessioni di studio lunghe come non mai. Non era contemplabile per nessuna delle due un fallimento, Le uniche pause per molte settimane furono silo per mangiare, una doccia o bagno la sera e qualche ora di sonno che divenivano sempre meno con l'avvicinarsi del gran giorno.

Rinchiuse in quelle tre stanze del sottotetto, camera, stanza studio, bagno, pochi i contatti anche con i reciproci genitori, mia madre ci comunicava con 3 trilli di telefono che il pranzo o la cena erano pronti.
Ero contenta di quella presenza che alleviava ogni fatica e rendeva meno faticoso ogni ripasso, che ridondanti si susseguivano l'un l'altro.

Mancava ormai poco, si soffocava dal caldo , eravamo esauste, ci prendemmo una pausa. Annabella mi chiese se potesse mettersi un pò più in libertà, a risposta affermativa si tolse quel vestitino leggero che indossava.

Rimasi scioccata nel vederla in topless, era bella ... molto bella ed era la prima volta che la osservavo, la prima volta che la osservavo in quanto donna, e non amica.
I suoi capelli castani lisci e folti con una rotazione di testa si adagiarono in parte sul suo petto. I suoi seni, più piccoli dei miei erano adorni di due capezzoli irti e di poco più scuri del resto della sua carnagione, le areole infatti quasi non si identificavano. Essendo una prima ca, sembravo poter esser accolti in un sol palmo di una mano, mi accorsi che quella vista mi stava eccitando.

Iniziò ad aprire e chiudere le gambe nel vano tentativo di calare la temperatura anche nelle sue parti intime e grazie a quel movimento, la mia vista fu lì condotta e catalizzata.

Mi resi conto che mentre calavo lo sguardo le stavo di fatto facendo una radiografia, corporatura esile, ad ogni respiro comparivano chiare e distinte le costole, il suo ombelico piccolo, introflesso, si vedevano le creste iliache, le sue mutandine, le trovai un poco adolescenziali se non del tutto infantili recando la stampa di Hello Kitty, il colore dominante era il rosa.

Il pube ben pronunciato, un pizzico di tessuto era entrato fra le grandi labbra delineandone sommariamente i contorni, visione resa ancor più facile trovandosi ad occhi chiusi, semi-sdraiata sulla poltrona con la testa leggermente reclinata indietro sorretta da entrambe le mani, la gambe lasciate divaricate. Un rapido sguardo alle gambe, le conoscevo bene. ma adesso le guardavo in modo assai diverso.

Come se non avessi più controllo del mio corpo vidi impotente un braccio allungarsi verso di lei. una parte del mio cervello si chiedeva cosa stessi facendo, mi diceva di fermarmi, di fermare il braccio, ma non riuscivo a fermarlo.

La mano inesorabile giunse sul ventre di Anna, il suo calore mi mandò un impulso al cervello .... una sensazione piacevolissima, e più mi ripetevo di fermarmi più la mano, non solo si prodigava a prolungare quel contatto ma iniziava ad esplorare la superficie di quella pelle.

Iniziai a vedere le punta delle mano scorrere dal basso in alto e viceversa e mi sembrò di poterne percepire il profumo.

Ero in estasi, dentro di me stava succedendo qualcosa di incontrollabile, mi stavo eccitando. Pur continuando a dirmi di fermarmi, la mano non voleva sapere di ritrarsi e iniziò a salire verso il seno.
Annabella dal canto suo sembrava gradire, non negandosi a quel contatto e intuendo il respiro che si fece leggero ma più frequente, la posizione mi consentiva con facilità di spostarmi sul suo corpo.

Cautamente ero arrivata ad avere un contatto con la parte inferiore del suo seno, un nuovo contatto, passai le dita dall'alto verso il basso andando a far passare un capezzolo fra due delle mie dita... con movimenti cauti e lenti mi portai in basso effettuando diversi passaggi fin sulle gambe, ad ogni passaggio la mano come attratta da una calamita invisibile si centralizzava fino a posarsi senza mezze misure sulle sue mutandine.
Presi a percorrere il contorno del disegno impressovi e ci mi portò a sfiorare le grandi labbra. Un gemito, un piccolo tremito.

"ti dò fastidio?", scosse leggera il capo a negare.

"ti piace?" adesso un cenno affermativo, "continuo?" altro cenno di consenso.

Stavo quasi per avere un attacco di panico, non sapevo cosa stessi facendo, la testa era vuota riempita di non so che, girava, il cuore stava battendo forte, le mani mi sembrarono prive di circolazione, pesanti, invece il tocco era esattamente all'opposto.

Mi girai a trovare una posizione più comoda e senza più altro indugio presi a toccarla, mentre una mano andava a prendere confidenza col seno, l'altra non lasciava il contatto con al zona pubica.

Annabella aveva un'espressione rilassata, abbandonata al mio tocco, e li mi dedicai con più veemenza non ci volle molto perché le mie mani fossero interamente dedite all'esplorazione del suo sesso, passai molto presto a sollevare l'elastico dello slip che iniziava ad essere umido. La cosa mi inorgoglì, le piaceva il mio tocco.

Mi sentivo sempre più strana ed emotivamente coinvolta, pensavo ..."cazzo non sono lesbica... eppure.... eppure mi piace... toccare questa fica che non è la mia! cazzo se mi piace! la voglio!"

Era un pensiero martellante nelle mie meningi, la mano era andata ad esplorare dal vivo le sue carni, l'unico rumore nella stanza era i lievi gemiti che altrettanto inaspettatamente emetteva Annabella.

Incrociammo per un attimo gli sguardi, il suo trasfigurato dal piacere, il mio , come ebbe modo di dirmi in seguito come quello di una bambina appena colta con le mani nella marmellata.... in un certo senso tanta era la produzione di liquidi , e densi che si, il paragone era molto calzante... poi pensate marmellata di fica... mmmm

Mi fermai come colta a far qualcosa di illecito. lei muoveva il bacino alzandolo verso di me, lo sguardo cambiò da esprimere piacere ad uno interrogativo.

"non fermarti ti prego.... mi piace da morire! ne ho estremamente bisogno.... non fermarti ti prego!", disse con tono davvero supplicante portando la sua mano sopra lo slip e, afferrata la mia, la mosse a rendere il ritmo poc'anzi interrotto.

Un sorriso comunicò le reciproche intenzioni, afferrai lo slip e lo sfilai senza interruzione di movimento facilitato dal suo sodo culo che, alzato, facilitò il compito.

Era... era stupenda.. volevo fermarmi? ASSOLUTAMENTE NO! e nel dubbio che potesse rivedere la sua decisione tornai immediatamente a prendere possesso del suo sesso.

Era completamente depilato, liscio, i suoi umori odoravano di miele.... la stavo esplorando nell'intimità, con un lento movimento penetrante,i polpastrelli rivolti a cercare il suo punto G, che grosso e rugoso non mancai.
I sospiri aumentarono, inarcando il suo torace, lo avvicinò quel tanto che bastava da consentirmi piegandomi di prender possesso con la mia lingua della sua pelle profumata.

Andai piano piano a cercare il capezzolo, che irto e turgido sobbalzò stimolato dalla punta della mia lingua.
Capii solo allora perché al mio ragazzo, ma penso a tutti i ragazzi piacesse toccare ma soprattutto leccare il seno di una donna.

Una droga, ecco tutto, è come provare qualcosa di dolce e fantastico capisci subito che probabilmente non ne potrai più fare a meno.

Avevo le palpitazioni pur essendo donna e sapendo quali sono i punti dove almeno a me piace esser toccata, un conto è però vedere e sapere che anche ad altri piace quel tocco, quel punto.

Annabella sembrava gradire ed io ero totalmente invasata, la desideravo, solo il suo gemere riempiva la stanza, gemere che danzava col movimento delle mie dita ficcate dentro di lei. La mia bocca prese ad alternarsi fra seno e la sua bocca, ma iniziai a desiderare altro tipo di labbra.

Lasciandomi lascivamente scivolare mi ritrovai fra le sue gambe, alzai una gamba poi l'altra che posi sopra le mie spalle. Un movimento quasi impercettibile in avanti e Annabella si era posta proprio nella posizione ideale per farmi proseguire.

Sotto l'effetto di palpitazioni come una bimba che assapora per la prima volta un gelato, con estrema naturalezza le mie labbra si posarono sulle sue.

Il contatto fu strano, ma piacevole, non sapevo che consistenza avessero, aveva le piccole labbra molto pronunciate che uscivano dalle grandi, il clitoride, piccolo ben incappucciato, iniziò ad emergere dalla sua posizione.

L'odore dei suoi ormoni mi stava mandando in tilt il cervello, la lingua per nulla schifata, anzi sempre più attratta da quello sconosciuto sapore, da quello sconosciuto contatto e consistenza, prese ad esplorarne ogni anfratto, ogni piega. Imparai in poco tempo a conoscerne ogni variazione di piacere procurato in base ai gemiti emessi.

Sapevo adesso come portarla al limite e come raffreddarne l'esito, come provocarla, come farla morire dello stesso desiderio che anch'io provavo.

Andai, piacendo molto a me stessa subirlo da Luca, il cunnilingus, e sebbene l'orifizio anale sia spesso trascurato in quanto associato ad espletare funzioni organiche non proprio piacevoli, è pur vero che ha molte terminazioni nervose e, se giustamente sollecitate, riescono a provocare un piacere davvero intenso.

Come iniziai a giocare con movimenti circolari intorno all'orifizio sentii Annabella chiedere, per altro non molto convinta, cosa stessi facendo, proprio nel mentre andai in esplorazione spingendomi di qualche millimetro e forzando quell'inviolato fiore.

Un sospiro lungo mono tonale fu la conferma che il trattamento non era per niente dispiaciuto. Alternavo sempre più spesso leccate superficiali che profonde sia al davanti che al suo orifizio posteriore. Le stavo suggendo il clitoride portandola quasi all'apice del piacere, ma notai i continui movimenti del bacino, che interpretai come un chiaro ed inequivocabile segnale di gradimento.

"dito o lingua!"
"che cazzo me ne frega decidi tu ma fammi godere che non ne posso più brutta stronza!"

Ridemmo quel tanto che bastava affinché spingendole le gambe verso l'addome e consigliandola di afferrarsi le caviglie, cosa che non mancò di fare, rimasi quel secondo ammaliata dal vederla così oscenamente esposta per me.

Mentre due dita andarono a prendere possesso della sua fica iniziando a masturbarla lentamente mi portai con la bocca al suo ano che pian piano iniziai a penetrare.

Gemeva come mai avevo sentito fare nemmeno in qualche filmino erotico, l'ano iniziò a contrarsi spontaneamente catturando fra se il corpo della mia lingua, ad ogni rilascio spingevo più in profondità.
Raggiunsi il massimo le contrazioni anche dolorose di quando in quando continuavano a premere sulla mia lingua non lasciandole il tempo di arretrare, non sapendo che fare... mi feci guidare dall'istinto e mossi la lingua in tutte le direzioni, era al massimo, pronta, volle sostituire la mia mano con la sua per controllare al meglio il ritmo e il sopraggiungere dell'inevitabile orgasmo.

Venne urlando come una matta, inondandomi la faccia, aveva squirtato, un orgasmo potentissimo, mentre la mano libera ferma sulla mia testa mi teneva di fatto ancorata a se.

Ci volle qualche minuto affinché il respiro le si regolarizzasse, le ginocchia dolevano, anche io felice ansimavo, tanto quanto lei.

"Cazzo quanto ti amo.... ti ho sempre amata... ho sempre sognato un momento come questo.... ma ha superato ogni mia più rosea aspettativa.

Non finì qui però... ma è un altra storia
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